Gli altri, un feedback fondamentale

«Non possiamo dire quale genere di personalità potrebbe svilupparsi in un uomo solitario (…) Non sarebbe certamente quell’io ad aiutarci a scoprire di essere uomini e a comprendere il significato dell’inumano»[1].

L’immagine che abbiamo di noi stessi, quella reale che siamo e quella ideale che ci prefiggiamo, la valutazione delle nostre possibilità che ci consente di collocarci tra le realtà e i progetti, tra l’oggi e il domani, non sarebbero possibili senza l’incontro con gli altri.

Le loro reazioni sono un prezioso feedback, una preziosa informazione di ritorno che ci riflette l’immagine tersa od opaca che gli altri si fanno di noi. Sono gli altri che ci rivelano a noi stessi. Come soltanto nella comunity la persona si costruisce, così soltanto in essa può conoscersi. Rifiutare la reciprocità significa non soltanto isolarsi, ma anche ignorarsi. Rifiutare la relazione con gli altri, equivale prima o poi ad alienarsi; la negazione degli altri si traduce fatalmente nella negazione di sè[2].

 

[1] Solomon E. Asch, Psicologia sociale, SEI, Torino 1973, p. 140-142.

[2] cf. G. Colombero, Op.cit., p. 17.