Anoressia social. #guarireana

Introduzione

Oggi più che mai la tecnologia e i social sono parte integrante della vita di ogni uno di noi. Con i loro pregi e difetti influiscono nella nostra quotidianità, ci fanno provare un turbinio di emozioni, ci informano su tutto ciò che ci circonda e ci fanno scoprire continuamente mondi nuovi. Sono degli amici che ti stanno affianco in ogni momento, che ti regalano attimi indimenticabili ma ti influenzano e a volte ti governano.

Focalizziamo la nostra attenzione oggi, su ‘Ana’ la nuova dea delle adolescenti, la loro compagna di vita, una compagna che le porta a diventare invisibili, prende il sopravvento e arriva a regnare su di loro.

Aspetto storico/sociologico

I blog ‘Pro Ana’ nascono negli Stati Uniti intorno agli anni novanta e arrivano a diffondersi nel nostro paese tra il 2002 e il 2003. Sono siti web, gruppi whatsapp e social che inneggiano all’anoressia.

Malattia, seconda per numero di decessi in Italia dopo gli incidenti stradali (nel 2016 si parla di 3000 morti causati da anoressia e bulimia).

Questi blog, creati proprio da ragazze anoressiche, danno delle istruzioni precise e dettagliate con dei manuali creati ad hoc, su come eliminare l’appetito e procurarsi il vomito, per non parlare poi dell’ incitazione a svolgere continuamente attività fisica per perdere più kg possibili, o addirittura consigliano strategie per ingannare i familiari e per evitare di attirare l’attenzione su di loro.

Per poter far parte di questi gruppi, si deve fare richiesta alla proprietaria che, dopo una serie di domande (come ad esempio “quante volte ti pesi al giorno?”)  accetterà o meno la nuova ‘adepta’. Da qui in avanti si entra in un mondo pieno di sofferenze e tristezze con addirittura dieci comandamenti da rispettare.

Aspetto psicologico/patologico

Secondo Maria Grazia Rubeo medico psichiatra e responsabile dell’ AIDAP (Associazione italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso) questi siti ‘pro ana’ attirano persone che hanno perso totalmente il senso della vita. Ragazze più fragili, che cercano accettazione, rassicurazione e hanno bisogno di sentirsi importanti. Ciò che non riescono a comprendere è che la loro è una vera e propria patologia che ha delle conseguenze fisiche e psichiche da non sottovalutare.

Aspetto educativo

Sono nati di contro dei social network che attuano dei percorsi di guarigione dall’anoressia con l’aiuto di psichiatri, psicoterapeuti, nutrizionisti. Molte ragazze che soffrono di questa patologia hanno affidato la loro risalita ad Instagram pubblicando una serie di foto scattate durante il periodo della malattia traendo energia dal sostegno di chi le seguiva.

Conclusioni

I social ormai amici inseparabili degli adolescenti si devono imparare ad usare nel modo corretto. Per fare questo sarebbe necessario aumentare l’attenzione di insegnanti o persone adulte sul mondo virtuale, creando dei percorsi formativi sul tema.