I filtri fotografici in Instagram

Introduzione

Un filtro fotografico è un aggiuntivo ottico che, se posto davanti alla lente, è in grado di apportare una determinata modifica all’ immagine ripresa. La sua particolarità è quella di lasciar passare selettivamente la luce in modo da modificare quella che raggiunge realmente il supporto sensibile.

Aspetto storico/sociologico

Il filtro fotografico è un elemento chiave della nota piattaforma fotografica social Instagram, fa parte della sua interfaccia grafica sin dalla sua nascita nel 2010, grazie ai fondatori Kevin Systrom e Mike Krieger. Questo social Network è stato poi acquistato da Facebook nel 2012 e le innovazioni per il miglioramento e la nuova nascita dei filtri non sono state poche nel corso di questi due anni.

Ad oggi i filtri sono 24 e sono applicabili dall’ utente prima della pubblicazione della foto. Lo scopo di questo mezzo è quello di migliorare la foto e di contribuire ad ottenere più Mi piace e permettere di incrementare i followers.

Uno studio condotto da Yahoo! Labs e Georgia Tech ha analizzato più di un milione di foto Instagram condivise in diversi paesi e ha trovato “i migliori filtri”.

C’è una principale e chiara conclusione: Clarendon è l’effetto preferito per la maggior parte degli utenti Instagram in tutto il mondo, tuttavia, per quanto strano possa sembrare, non è quello che ottiene più successo. Ad avere più Mi Piace sono i filtri Valencia e Juno.

Ma lo studio è andato oltre individuando anche il miglior filtro per ogni diversa situazione:

1.Per la fotografia naturalistica il filtro migliore da usare è Valencia, con una media di 121 Like.

  1. Per la fotografia di moda, la scelta dovrebbe essere Kelvin, con una media di 162 Like.

3.Per le foto dei pasti, il filtro più adatto è Skyline, conquistando circa 91 Like per foto.

  1. Per i selfie, il filtro Instagram più popolare è … nessuno, in realtà: si scopre che i visitatori preferiscono selfie senza filtri.

Aspetto psicologico/patologico

Una ricerca pubblicata su EPJ Data Science, una rivista che tratta di dati scientifici, rivela che c’è la possibilità di individuare la depressione nelle persone attraverso dei computer opportunamente programmati. Come? scandagliando gli indizi lasciati nelle foto pubblicate su Instagram.

In altre parole la depressione di una persona si può cogliere non solo dal linguaggio del corpo o dal comportamento, ma anche da segnali più sofisticati e meno conosciuti come il colore delle immagini postate sui social.  I ricercatori hanno poi analizzato queste fotografie, valutandole con i parametri di una ricerca psicologica ben consolidata sulle preferenze delle persone per quanto riguarda luminosità, colore e ombreggiatura: «L’analisi dei pixel delle foto ha rivelato che i soggetti depressi del nostro campione tendevano a pubblicare immagini più tendenti al blu, più scure e più grigie rispetto a chi non soffriva di depressione» scrivono i ricercatori che hanno inoltre scoperto come gli individui sani scegliessero il filtro di Instagram «Valencia» per dare un tono più caldo e luminoso, mentre tra i soggetti affetti da depressione il filtro più popolare era «Inkwell», che trasforma le foto in bianco e nero.

Aspetto educativo

Il colore è un elemento educativo che viene usato nei primi anni di vita, come in molti altri ambiti di incontro educativo. Questo perché ogni momento della nostra esistenza è caratterizzato da una particolare simbologia cromatica, un po’come le stagioni dell’anno anche la vita, infatti, ha le sue stagioni, i suoi momenti e dunque i suoi colori.

Instagram applicando i filtri ha dato un ulteriore possibilità di espressione ai suoi utenti, come abbiamo visto nell’aspetto psicologico, attraverso una modifica di colore che può esprimere il nostro stato emotivo.

Un’attività sperimentale che ho svolto con dei bambini di un micronido in fascia 2-3 è stata quella di proporre al gruppo due cartelloni bianchi, dei pennarelli e dei pastelli di tutti i colori possibili. Mentre si impegnavano nel riempire il primo cartellone ho proposto una musica vivace con tamburi, chitarre e trombe: i colori scelti sono stati per la maggior parte colori caldi e soprattutto chiari come il rosso il giallo e l’arancione che andavo per la maggiore. Dopo esserci spostati nel secondo cartellone ho proposto una musica dai toni cupi carica di violini e violoncelli, con una base molto cauta; i colori usati sono stati quelli scuri come il blu, il viola, ed il marrone.

Questa attività è semplice e adatta alla prima infanzia; ma con l’intento di far emergere le proprie emozioni, un social network come Instagram ci dà la possibilità di proporre un’attività più adatta alla fascia adolescenziale come anche agli adulti, un’attività in cui si riconosce l’importanza dell’on line che ormai è divenuto uno spazio reale in cui mettiamo noi stessi e ciò a cui teniamo: quale filtro, e quindi, quale e mozione sentirebbero più adatto per una foto che ritrae la propria famiglia? E per una foto che simboleggia la propria passione? E andando ancora più in profondità…quale sarebbe il filtro adatto e spontaneo che applicherebbero ad un loro selfie?

Conclusioni

I colori, i filtri, le foto ci fanno esprimere, dimostrano il nostro stato d’animo ed il nostro sentimento rispetto a quello scatto rubato alla realtà, che poi molto spesso rendiamo pubblico. Dobbiamo riconoscere il valore delle nostre immagini e rifletterci, perché ogni loro singolo particolare e ogni piccola modifica che applichiamo ci rappresenta.