Instagram Boomerang

Introduzione

È un’app pensata per la ripresa di dieci immagini in sequenza nell’arco di quattro secondi che vanno a comporre un brevissimo video; poi l’app mostra a ripetizione avanti e indietro la sequenza creata e ne aumenta la velocità per far vedere tutto in un solo secondo. È una sorta di Gif animata che si può salvare come mini video/Gif nella galleria del proprio telefono e poterla poi condividere online sui social network. È importante tener conto che non bisogna finire la registrazione nello stesso modo in cui la si ha iniziata per la questione retro: più il movimento registrato è ampio, più il risultato sarà migliore.

Aspetto storico/sociologico

Dalla nascita, esattamente il 21 ottobre 2015, quando Instagram ha lanciato questa nuova modalità, Boomerang ha subito raggiunto un successo mondiale, tanto che a poche ore dal suo “lancio” molte celebrità famose in tutto il mondo, soprattutto modelle come Miranda Kerr, Karlie Kloss, Coco Rocha e Ashley Graham, hanno subito iniziato a pubblicare boomerang nei loro social. Il fatto che boomerang video abbia raggiunto in poco tempo così tanto successo è dovuto, quindi, dal fatto che molte celebrità ne facciano l’uso. Boomerang ha avuto ancora più successo quando è stato inserito nelle Instagram Stories con l’aggiornamento 9.7, le quali sono state probabilmente la novità più popolare e apprezzata degli ultimi anni nei social network.

Aspetto psicologico/patologico

L’animazione di Boomerang ha creato come una dipendenza per la maggior parte degli utenti Instagram. I brand da molto tempo puntano sulle piattaforme visuali in cui viene considerato che attraverso le immagini si comunica in maniera più diretta e immediata, in quanto più stimolanti: considerando che il 90% degli iscritti Instagram ha un’età inferiore ai 40 anni, il rapporto brand-follower fa riferimento al fatto che l’utente sente il bisogno di riconoscimento anche attraverso le pagine di marchi famosi iscritte ed essere sempre al passo con l’ultima moda. Questo tipo di comunicazione con le immagini è presente soprattutto tra gli adolescenti, i quali hanno una o più celebrità come idolo: le star pubblicano molte foto e molti video nell’arco della giornata usufruendo di Boomerang per rendere il tutto un po’ più divertente, usando hashtag coerenti con quello che viene messo in rete e il più delle volte taggando i brand, che di conseguenza i loro fans iniziano a seguire.

La vita online sta diventando la Vita per molte persone, che cercano di crearsi una loro personalità attraverso gli scatti da condividere in rete, usando a pieno la comunicazione visiva, quindi mettendo in gioco anche la propria creatività attraverso una scelta di colori ben precisa, di soggetti da immortalare, di filtri da usare, di tags e di hashtag da mettere. Boomerang, con il suo effetto divertente, è solo un altro dei tanti strumenti che Instagram ha messo a disposizione per far sì che l’utente sviluppi la propria creatività e aumentare la possibilità di visualizzazioni del profilo.

Aspetto educativo

Pur di aumentare il numero di visualizzazioni del proprio account, si arriva al punto di crearsi un’identità online che è diversa dalla propria Identità, l’identità onlife; è come se si indossasse un’altra maschera da aggiungere alla propria personalità, una maschera che però nessuno vede perché si è dietro allo schermo (e che di conseguenza diventa la nostra maschera) e si sfruttasse questo momento per far vedere agli altri quello che si vuole venga visto su se stessi. Quello che viene postato online non è tutta la nostra vita: un buon educatore deve far capire questo all’educando, deve guidarlo nella ricerca dei valori, deve aiutarlo a rispettarli; inoltre, deve guidarlo nella ricerca della propria personalità, che è la stessa che deve poi esprimere attraverso le foto e i video che posta. Deve guidarlo ad esprimere la sua creatività anche all’esterno del mondo virtuale.

Conclusioni

Un buon educatore riflessivo, al giorno d’oggi, deve puntare sull’educazione ai social network: deve stimolare i ragazzi a comunicare e a relazionare realmente e non solo virtualmente. Deve reindirizzare, quindi, i ragazzi allo stare insieme e a riportare la comunicazione verbale e non verbale che avviene nelle relazioni, in maniera tale che non si sviluppi solo la visiva.